Le Ville eclettiche delle Cenate

Le Ville eclettiche delle Cenate prendono il nome dalla omonima zona in cui sono state edificate, le Cenate appunto.  Queste importanti costruzioni furono edificate tra la fine del secolo XIX e l’inizio del successivo, ubicate soprattutto lungo la strada che da Nardò conduce alle marine neretine di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina e chiara espressione di quel recupero ottocentesco degli stili più vari definito Eclettismo.

Villa Eclettica - Santa Catarina
Villa Eclettica – Santa Caterina

Le Ville Storiche delle Marine di Nardò

Un itinerario unico  e molto particolare che ci consente di scoprire le ville eclettiche di questa parte del Salento. Queste ville vennero fatte edificare dalla nobiltà locale a cavallo tra Ottocento e Novecento per dimostrare il loro status sociale. Passeggiando a piedi o in bicicletta per le strade di campagna che fiancheggiano queste dimore, d’improvviso, in mezzo agli olivi, o ai pini secolari ci si può imbattere in piccole, antiche e preziose ville barocche, in stile moresco, ricche di motivi orientali, o in stile liberty. Vi sono anche edifici imponenti con grandi scalinate e ricche di motivi neoclassici, o basse e quasi completamente immerse nel giardino, nascoste da monumentali alberi di pino.

Località Le Cenate

SI dice che il termine Cenate‘ derivi da una qualità di uva locale quasi asprigna: l’acenatu, ma potrebbe anche alludere al termine latino cenàticum cioè all’obbligo da parte delle popolazioni locali di garantire il pasto alle truppe romane quando vi stanziavano: infatti, nella zona passava la via Sallentina che congiungeva Taranto a Otranto.

Tuttavia è nel XIX secolo che il termine scherzosamente allude alle grandi ‘cenate‘, cioè abbondanti cene che si svolgevano in queste maestose ville.

Ma andiamo a vederle

Villa del Vescovo (attuale Oasi Tabor) 1755 – 1838

Questa villa, era anticamente chiamata ‘Cinata di Monsignore’, termine riferito alla figura ecclesiastica che ne volle la costruzione. Infatti l’edificio venne commissionato dal vescovo della locale diocesi di Nardò, Marco Aurelio Petruccelli (1754 – 1781) nel 1755 ma fu completato da monsignor Salvatore Lettieri (1825 – 1839) nel 1838.

La villa mostra l’uso sapiente della locale pietra leccese, che dona alle sculture un caldo color sabbia, che unito alla tinta arancione delle pareti rende la facciata uniforme. La struttura è composta due piani: al piano terra il portone centrale racchiuso tra due colonne e decorato in testa con lo stemma del vescovo Petruccelli; i quattro finestroni al piano terra, divisi da paraste con capitelli, sono incorniciati da decorazioni con richiami stilistici tipici del barocco leccese, e fanno da base per i soprastanti quattro balconi con frontone triangolare. Al centro del secondo piano si apre un piccolo loggiato incorniciato da due archi che formano una bifora senza colonna e soprastati dallo stemma del vescovo Lettieri. La facciata si conclude in alto con un marcapiano con mensoloni e modanature che reggono la cornice finale. Tutta la villa è circondata da giardini all’italiana nella parte anteriore e giardini all’inglese nella parte posteriore e circondata da un muro di cinta con elegante portale di accesso.

Tra il 1943 e il 1947 la villa fu allestita per ospitare gli ebrei che fuggivano dai campi di sterminio liberati e negli anni a seguire diventa sede della colonia estiva per i figli dei militari di Terra d’Otranto. La proprietà attuale è della Diocesi di Nardò – Gallipoli ed è attualmente occupato dalla struttura ricettiva di Oasi Tabor che offre ampia disponibilità di soggiorno.

Villa Saetta (ora De Michele) 1892

Ville delle Cenate
Due vedute della villa

La dimora fu commissionata nel 1891 dal cavaliere Lorenzo Saetta all’architetto Carlo Luigi Arditi. L’edificio, realizzato due anni dopo con caratteristiche plano-volumetrici molto inusuali. contemplò una spesa di 25.000 lire e il progetto fu addirittura divulgato sulla rivista “Architettura Pratica” del 1892. La villa presenta una pianta decisamente inusuale, ripartita in ambienti simmetrici e sviluppati attorno al fulcro rappresentato dal vano di ingresso di forma esagonale. L’ingresso concavo è segnato dalla presenza di elementi decorativi che anticipano al visitatore il carattere stilistico dell’edificio.

Il riquadro centrale è in pietra leccese, così come le colonnine, i capitelli eclettici e l’arco della porta di ingresso; si caratterizza per il torrino centrale con belvedere ad apertura trifora. L’andamento del prospetto principale è concavo mentre quello secondario è convesso. La decorazione dei muri è fatta per fasce verticali per slanciare ancora di più la struttura verso la loggia in stile arabeggiante. Anche le finestre di stile neogotico restituiscono il senso di verticalità. Sicuramente una delle più belle Ville delle Cenate.

 

Villa Cristina dei Personè (ora De Benedittis) 1920 – 1930

Progettata per l’avv. Francesco Paolo Personè dall’ing. Generoso de Maglie  tra il 1920 e il 1930 è una delle massime espressioni dello stile eclettico che caratterizza gran parte delle ville sorte all’inizio del’900 e per combinazione di stili la più scenografica tra le ville delle Cenate.

Il suo scenografico prospetto è una sintesi di elementi manieristi, decorazioni orientaleggianti in cui  domina la linea curva come nelle due suggestive scalinate che confluiscono verso la loggia con trifora arretrata. La zoccolatura del pian terreno è forata da ampi archi moreschi e molto originale il torrino angolare del prospetto laterale. Evidente lo stile moresco delle finestre del primo piano che richiamano uno stile squisitamente arabeggiante.

Anche questa villa, come accadde per le altre, (villa Saetta, Villa Venturi, Villa Muci…) alla fine del secondo conflitto mondiale fu requisita per offrire ospitalità ai tanti profughi ebrei che qui stanziarono in attesa dell’esodo verso la terra promessa.

 

Prossimi aggiornamenti a breve…